COVID: CONSEGUENZE PSICOLOGICHE ED EMOTIVITÀ POLITICA

Nella serata di sabato 5 Dicembre abbiamo avuto la fortuna di avere come nostra ospite la dottoressa Isabel Fernandez, psicologa, psicoterapeuta, presidente dell’associazione EMDR Italia nonché direttrice del Centro Ricerca e Studi in Psicotraumatologia. Con lei abbiamo potuto riflettere su alcuni temi particolarmente interessanti: partendo dalle patologie psicologiche che più hanno colpito le persone in questi ultimi mesi abbiamo poi ragionato dei grandi problemi di fiducia e comunicazione che stanno rendendo difficile alla politica la gestione della pandemia (con un excursus sull’emotività del voto), della necessità di garantire un supporto psicologico di base e delle conseguenze che il Covid-19 lascerà in una metropoli come Milano.

La pandemia ha segnato tangibilmente ognuno di noi: chi più chi meno, in base anche al vissuto precedente, siamo stati toccati dal trauma dell’isolamento, della privazione della libertà e dallo stato di confusione che continua a connotare il nostro presente. Lo stress post-traumatico provato da coloro che dal virus sono stati più duramente colpiti (ricoverati con sintomi gravi), è sicuramente la forma di shock più terribile e difficile da curare. Ma la dott.ssa Fernandez ci esorta a non sottovalutare come fenomeni quali ansia e depressione siano drasticamente incrementati nell’ultimo periodo. Pertanto, se la pandemia anche dovesse risolversi nei mesi che verranno, le patologie della mente da essa causate continueranno a contraddistinguere la nostra quotidianità per ancora molto tempo.

La discussione si è fatta coinvolgente quando è stato affrontato il tema della fiducia e della mancanza di una comunicazione efficace da parte della politica. Infatti, la nostra ospite ha giustamente sottolineato come l’assenza di fiducia da parte dei cittadini nei confronti della classe politica ma più in generale della classe dirigente, abbia reso molto complessa la gestione della pandemia. Convincerci a seguire regole così ferree, a rinunciare alla nostra libertà personale non è stato per nulla facile. In un momento di profonda incertezza, sia per un virus di cui ancora oggi ignoriamo molto, sia per le conseguenze economiche e sociali che il lockdown ci ha imposto, la mancanza di fiducia e soprattutto di punti di riferimento ha portato molti a reagire in maniera estrema, negando l’esistenza della pandemia e avvicinandosi a movimenti politici e d’opinione pronti a dare le risposte più semplici. Una comunicazione interamente incentrata sui dati e molto poco emotiva da parte delle istituzioni, ha evidenziato la dott.ssa Fernandez, ha certamente reso ancora più complesso questo fenomeno. Proprio da qui abbiamo colto l’opportunità di concederci una divagazione sul ruolo giocato dalle emozioni in politica e nell’influenzare il voto. In una realtà sempre più complessa e frastagliata, la razionalità nella scelta politica è sempre meno frequente: cerchiamo leader in grado di offrirci soluzioni semplici, di smuovere le nostre emozioni (anche quelle più remote), con cui possiamo identificarci e grazie ai quali riusciamo a sentirci più forti.

Abbiamo avuto modo anche di affrontare un’altra fondamentale tematica che sta connotando il dibattitto pubblico a livello europeo: la necessità di offrire un supporto psicologico costante alla salute mentale. Secondo la dott.ssa Fernandez lo psicologo di base dovrebbe diventare un diritto imprescindibile dei cittadini europei, soprattutto alla luce del fatto che la gran parte dei disturbi mentali sono cronici. La pandemia ha incentivato il dibattito sul tema e si spera che tenendo conto degli effetti traumatici del Covid-19 si possa fare un importante passo avanti in merito.

La nostra riflessione si è infine focalizzata su Milano, città che da anni ormai rappresenta un centro promotore dell’aggregazione, della socialità e delle relazioni umane. Se è vero che la metropoli, soprattutto nella prima fase della pandemia, in molti casi ha accentuato la sensazione di solitudine e confusione nelle persone, e ha subito quindi un effetto ancora più devastante, la dott.ssa Fernandez rileva la voglia di ritornare alla normalità dei milanesi e crede che questa riporterà la città a riprendersi molto presto. Si registrerà, però, un cambiamento nel modo di relazionarsi tra le persone. Infatti, il distanziamento sociale lascerà delle tracce importanti nelle nostre abitudini e nelle nostre convenzioni sociali. Un semplice gesto come la stretta di mano probabilmente non farà più parte della nostra quotidianità.

Il dibattitto ci ha arricchito con spunti davvero interessanti. Per noi che ci occupiamo di politica, riflettere su come un fenomeno che si contraddistingue per una sostanziale incertezza abbia avuto degli effetti psicologici che hanno rafforzato un processo di polarizzazione politica nonché una risposta sempre più emotiva alle dinamiche del nostro tempo, è stato molto prezioso e stimolante.

Volendo portare avanti le iniziative della nostra associazione e la discussione sull’attualità, ricordiamo che Spazio, mercoledì 9 Dicembre alle ore 19.30, avrà il piacere di ospitare Pietro Ichino, giurista, giornalista e politico italiano.

Con lui avremo la possibilità di portare la nostra attenzione sulla grande e spinosa questione della giustizia italiana. L’incontro si inserisce nella rassegna di eventi “Creando…Spazio”, con cui vogliamo arricchire i contenuti e i temi cari alla nostra associazione.

L’evento si terrà su zoom e sarà ovviamente aperto al pubblico.

Guglielmo De Puppi

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