“Per l’Italia si inizia un nuovo percorso storico di decisiva importanza. All’opera immane di ricostruzione politica e sociale dovranno concorrere, con spirito di disciplina e di abnegazione, tutte le energie vive della Nazione, non esclusi coloro i quali si siano purificati da fatali errori e da antiche colpe.
Dobbiamo avere la coscienza dell’unica forza di cui disponiamo: della nostra infrangibile unione. Con essa potremo superare le gigantesche difficoltà che s’ergono dinanzi a noi; senza di essa precipiteremo nell’abisso per non risollevarci mai più”.
Con queste parole, il 15 luglio 1946, Enrico De Nicola si insediava come primo Presidente della Repubblica Italiana, nata dalle macerie e dalle rovine del secondo conflitto mondiale. Oggi, come allora, ci troviamo ad affrontare un evento esiziale che ha segnato, e continua a segnare indelebilmente, la vita di ciascuno di noi, condizionando perniciosamente la stabilità sociale ed economica del Paese.
Non passa, infatti, giorno che non assistiamo attoniti all’ormai consueto bollettino diramato dal Ministero della Salute, prendendo sempre più consapevolezza di tutta la fragilità del sistema Italia. Una fragilità figlia di politiche intese come mera amministrazione dell’hic et nunc, orfane spesso di una visione strategica sul lungo periodo.
Dinanzi a una tale situazione occorre trovare e avere il coraggio di mettere da parte visioni e ambizioni personalistiche per lavorare tutti insieme, nessuno escluso, ad un progetto di rinascita che getti le basi per costruire un nuovo domani. Diventa, pertanto, necessario imprimere uno slancio politico e culturale che porti a un salto di paradigma, a un nuovo modo di pensare e concepire la politica come capacità di progettare il futuro.
Gianvito Tumbarello