“Avverto, pertanto, il dovere di rivolgere un appello a tutte le forze politiche presenti in Parlamento perché conferiscano la fiducia a un governo di alto profilo, che non debba identificarsi con alcuna formula politica”. Con queste poche parole il Presidente Mattarella ha messo fine ad una giornata convulsa, caratterizzata da un susseguirsi di continui rimpalli di responsabilità, accuse reciproche e veti incrociati che hanno irrimediabilmente fatto arenare la trattativa, affidando a Draghi l’incarico di formare un governo capace di traghettare il Paese fuori dalla tempesta che si è abbattuta e che imperversa ormai da un anno.
Sul finire di una legislatura che ha fatto tutto e il contrario di tutto, l’individuazione di una figura autorevole e di prestigio apre adesso un nuovo corso. Si dovrà, infatti, affrontare una crisi sanitaria, economica e sociale, con l’obiettivo di stabilizzare e far ripartire un Paese ormai allo stremo e progettarne il futuro investendo i fondi che l’Europa ha messo a disposizione per fronteggiare l’emergenza sanitaria che ha colpito in maniera drammatica ed indistinta tutti, dimostrandosi in questa occasione unita, risoluta e capace.
La risoluzione di questa crisi rappresenta, quindi, un’opportunità di rilancio che dobbiamo essere in grado di cogliere e sfruttare al meglio, colmando quel vuoto lasciato dalla politica che negli ultimi anni ha espresso il meglio della mediocrità – tema su cui i Partiti dovranno adesso fare una profonda disamina, identificando le cause che hanno prodotto ciò – e che si è dimostrata incapace di fare scelte coraggiose e fallimentare nell’affrontare i problemi del Paese.
Di fronte alle difficoltà e alle sfide impegnative che si aprono davanti a noi, le quali richiedono visione strategica ed elevate capacità di programmare e gestire un sistema in affanno, la scelta di affidare la responsabilità di governo a una figura come Draghi, che per la sua professionalità, capacità ed esperienza gode di fiducia e stima indiscusse in Europa, è un chiaro messaggio di discontinuità con il recente passato e ristabilisce la relazione univoca tra ruolo e competenza.
Gianvito Tumbarello