Esistono storie alle quali è impossibile resistere e che diventano, spesso loro malgrado, un blockbuster senza tempo, poiché in esse è facile ritrovare temi che da sempre coinvolgono l’umanità. Ed è stato così anche per la vicenda di tanti piccoli investitori con in mano una semplice applicazione, brandita come se fosse una fionda, hanno tentato di scalfire il cuore pulsante dell’alta finanza, il terrificante Golia: proprio là, alla torre d’Avorio che simbolicamente decide le sorti di aziende come di Paesi a suon di trilioni di dollari. Ma quella che in apparenza sembrava riprendere la storia mitologica di Davide contro Golia, si svelerà in realtà essere qualcosa di molto diverso e persino opposto a ciò a cui tutti hanno creduto. A svelare fabula e intreccio di questa vicenda è Emerick de Denarda, giornalista di Class CNBC – Milano Finanza – che ospite di uno degli incontri di Spazio 4.0 Approfondimenti in diretta, ha raccontato per filo e per segno il retroscena della favola di cui tutti si sono innamorati.
Le prime briciole, come racconta Emerick, compaiono all’indomani del lancio di Cyberpunk 2077 e i suoi numerosi ritardi nella consegna, dai quali erano persino sorte delle minacce ai danni dei programmatori. È a giugno 2020, infatti, che un fondo d’investimento shortista, Melvin Capital Management, apre una posizione a ribasso proprio nei confronti della casa produttrice di Cyberpunk 2077, CD Projekt. Ed a capo di questo fondo c’è Gabriel Plotkin, un ragazzo prodigio cresciuto negli Hedge Fund, che scommette contro CD Projekt, GameStop e prima di loro Blackberry. Proprio quest’ultima azienda rappresenta il primo terreno di scontro tra i piccoli azionisti, che organizzati su Reddit, affrontano il grande Hedge Fund capitanato da Plotkin, con la sconfitta di quest’ultimo. La battaglia successiva avviene su GameStop, che all’inizio sembra prendere i connotati di una blitzkrieg a vantaggio di Golia (alias Plotkin), ma che poi, grazie all’intervento di un Tweet di Elon Musk, si trasforma invece in una caporetto per Melvin Capital. Musk, infatti, entra a gamba tesa perché cerca vendetta, per il torto subito quando Plotkin cercò di mandare a gambe all’aria Tesla. Un affronto che Musk non ha certo dimenticato e che ha voluto saldare chiamando all’adunata un popolo di millennials cresciuti a pane e giochi di GameStop, col mito dell’imprenditore sudafricano e che sono entrati nella finanza grazie alla nascita di piattaforme senza commissioni come Robinhood.
In questo modo, quella che inizialmente sembrava una favola, si trasforma ben presto in un regolamento di conti tra i grandi squali di Wall Street, in cui colossi come Tesla e fondi speculativi come Melvin Capital, si scontrano sulla pelle di aziende in difficoltà e millennials che sono passati dal videogioco su console a quello della Borsa. Ed è così che la rivoluzione dal basso, che sembrava rimandare a un volume inedito di Karl Marx sul Capitale, si trasforma invece nell’ennesimo film già visto: con un’élite dall’alto che manovra una massa sul fondo, spesso, come in questo caso, ignara di tutto. Il racconto di Emerick de Denarda descrive questa vicenda e qualcosa di più, ma per scoprirlo guarda la diretta:
Claudio Dolci