La caccia all’italiano furbo

La storia del catasto è davvero originale, anzi molto italiana. Nel senso di italiano sinonimo di furbo. Il catasto è obsoleto e sicuramente non rispecchia i veri valori in gioco. Non li rispetta perché nel corso dei decenni non è mai stato aggiornato: e allora case di lusso risultano popolari, terreni edilizi risultano agricoli, qualche villa risulta casa agricola e chi più ne ha più ne metta.

Cosa si vuole fare? Aggiornare il catasto ai valori reali. Quanto tempo ci vuole? Cinque anni. Aumenteranno le tasse? Non prima che:

1- sia concluso il censimento (5 anni);

2- sia emersa una volontà dei governanti di allora di rivedere le rendite catastali;

3- sia approvata una norma dal Parlamento di allora di variazione della tassazione.

3- la legge che si sta per approvare contiene una clausola che impone l’invarianza di gettito: cioè se qualcuno pagherà di più qualcun altro pagherà di meno.

Ma per fare tutto ciò occorre partire da un “database “aggiornato: cioè da dati reali. E su questo ci si oppone fino a mettere a rischio il Governo in una situazione mondiale pericolosissima? Perché? Forse perché c’è qualcuno che prova a mettere a nudo “l’italiano furbo”.

Edoardo Cagli

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