Una frase scontata: la crisi è anche un’opportunità. Triste da dire, ma anche nel caso dell’Ucraina, la guerra è un’opportunità. Qualcuno cerca sempre di trarre vantaggio dalle disgrazie altrui.
Nel caso specifico? Vediamo. Messi di fronte all’improvviso insorgere della crisi, come hanno reagito i Paesi più importanti? Secondo quali logiche?
Gli USA si sono mossi inizialmente secondo una logica conservativa, che teneva conto del mood isolazionista prevalente, “America first”. Che teneva conto del desiderio profondo di non impegnare soldati americani in conflitti esterni, e della perdurante impopolarità del presidente Biden, assillato dalle prossime elezioni di mid-term che in autunno potrebbero costargli care. Però, di fronte al rilancio continuo (un bluff?) di Putin, ora Biden vede l’opportunità di far pesare il suo ruolo di Commander-in-chief, per riprendere quota e – insistendo sul “genocidio” in atto in Ucraina – avvalersi delle prerogative presidenziali in caso di guerra per bypassare il Congresso. Un primo inatteso risultato: l’autorizzazione che il Congresso gli ha dato di avvalersi del Lend-lease act del 1941 per armare l’Ucraina, con 417 voti favorevoli e 10 contrari. Cioè: tutti con il Presidente.
Di qui il cambio di rotta verso la fornitura di armi sempre più potenti, e la triplice finestra di opportunità che si offre al governo USA: non solo riguadagnare consensi all’interno (per difendere l’Occidente minacciato dalle autocrazie), ma approfittare del campo di battaglia ucraino per liberarsi una volta per tutte, al minimo costo, della Russia. E concentrarsi, in prospettiva, sul vero nemico, la Cina. Infine, terza opportunità, quella di soggiogare economicamente e politicamente l’Unione Europea, costringendo gli Stati più imprevidenti (Italia e Germania in testa, cioè 140 milioni di abitanti su 450) a rifornirsi di petrolio e di gas dagli stessi USA, a prezzi non certo di favore.
L’Europa rischia così seriamente la recessione economica a tutto vantaggio del dollaro e dell’economia americana. Ma l’Unione Europea, grazie alla leadership di Ursula Von der Leyen, potrebbe a sua volta sfruttare la finestra di opportunità per accrescere la coesione tra gli Stati membri, per far nascere finalmente una politica energetica comune, e una vera politica estera e di difesa europea. Potrebbe. Non è detto che ci riesca, perché ambedue gli Imperi – americano e russo – spingono perché l’Unione fallisca e ogni Stato si affidi all’unico contenitore oggi plausibile, la NATO. Solo Emmanuel Macron, riconfermato leader della Francia, unica potenza atomica UE, potrebbe fare da catalizzatore per una forte e autonoma Unione Europea, e aiutare quel processo federale di cui si diceva. Ecco la positiva opportunità, che è però molto più difficile da cogliere di quanto non lo sia per gli USA.
Anche per la Cina questa crisi è l’opportunità giusta per capire come si comporta l’Occidente di fronte a una minaccia militare concreta. Come reagirebbero gli USA se la Cina attaccasse Taiwan? Ed è l’opportunità attesa per prendersi la Russia senza colpo ferire: basta aspettare, e la Russia impoverita e isolata cadrà nelle mani cinesi senza neanche rendersene conto. Altro che fare una guerra: Sun Tzu insegna.
Insomma, si tratta di una lunga e difficile partita a poker, con continui rilanci da una parte e dall’altra: armi sempre più potenti e micidiali agli ucraini consentiranno un allungamento del conflitto e un indebolimento progressivo della Russia, sulla pelle del combattivo popolo ucraino e dei riluttanti stati europei. Questo finché non si andrà a vedere le carte. Cosa significa? Che se la Russia bluffa, il conflitto resterà convenzionale e durerà anni, a “bassa intensità”, finché uno dei due contendenti sarà costretto a cedere (molto probabilmente la Russia, per incapacità economica di sostenere un conflitto lungo). Se la Russia non bluffa, e comprende in quale imbuto sia andata a cacciarsi, farà ricorso al suo arsenale nucleare, anche solo per una bomba “tattica” su una città ucraina, come pare preveda la sua dottrina militare (“Escalation per de-escalation”). Così hanno fatto gli USA nel 1945: due bombe per far cessare la guerra che i giapponesi avrebbero potuto far durare anni ancora. Come reagirà l’Occidente davanti a una bomba atomica tattica? Ecco cosa significa giocare a poker anziché a scacchi. A un certo punto, il bluff finisce, e quando la posta in gioco è la sopravvivenza, allora si può davvero perdere tutto.
di Raffaele Raja