Ormai si sa, stare dietro a tutto quello che accade a Milano non è difficile, è difficilissimo. Anche se capirla, interpretarla e fare la tua parte in un questo grande, affascinante e complesso mondo cittadino è per molti un vero e proprio lavoro, tanti aspetti rimangono in sottofondo e sembrano semplicemente accadere.
Alcuni accadimenti però, più di altri, possono rappresentare quella che a me piace chiamare la grande Milano delle piccole cose.
Oggi vorrei condividerne uno che – con ogni probabilità – distratti dalle nostre vite, dal PNRR, dallo Stadio di San Siro sì/no e da M4 quando? – vi sarete persi.
Da anni, anni e anni, forse da sempre, le piccole e medie associazioni milanesi lamentano una cosa banale a pensarci: che tu sia una piccola realtà sportiva per adolescenti o una grande squadra internazionale che vuole organizzare in un campetto un evento, la burocrazia è più o meno sempre la stessa.
Provate a immaginare: per passione e con fatica cercate di tenere in piedi un’associazione che propone sport nel tempo libero e in maniera gratuita per dare un’alternativa sana di impiegare le proprie energie e le ore pomeridiane ai giovani milanesi più in difficoltà.
Per un intero anno scolastico ci riuscite: il lavoro (volontario e gratuito) è duro, spesso vi impiega il tempo libero del weekend, ma che soddisfazione! È arrivato il momento di organizzare un momento semplice e conclusivo per festeggiare. Niente di che: un campetto milanese poco frequentato, due tavoli per qualche bevanda, e 2/3 transenne per gli striscioni della “squadra”.
Siete pronti! Ma vi chiedete: dovrò chiedere qualche permesso? Provate a informarvi e scoprite il SUEV, lo sportello unico eventi del Comune di Milano. Moduli, rendering, altri moduli per gli “sponsor” ed ecco che vi ritrovate in un incubo. Incubo naturalmente per voi che non avete qualcuno pagato per occuparsene perché non siete una realtà grande. A questo punto la maggior parte delle – sottolineiamolo di nuovo – “piccole” associazioni si trovavano davanti a un bivio: arrendersi o non seguire le regole.
Ebbene a giugno è accaduto l’impensabile, quello che nessuna realtà, ormai troppo stanca e scoraggiata per chiederlo ancora, avrebbe pensato: la Giunta del Comune di Milano approva una procedura nuova e semplicissima!
In un modulo di una SOLA pagina, che trovi facilmente sul sito, scrivi che cosa, quando e dove vuoi organizzare la tua “piccola iniziativa” e la mandi, allegata con un documento di identità, per mail al comando della polizia locale 15 giorni prima dell’iniziativa. Gli unici paletti sono: deve essere a carattere socio-culturale e deve occupare meno di 60 mq di spazio pubblico, coinvolgendo un numero di persone approssimativamente intorno alle 100.
Bam. È fatta. A detta di tutte le piccole e medie associazioni un problema annosissimo si è risolto. Quale sarà stata la chiave di un cambiamento così grande in così poco tempo e in maniera apparentemente così semplice?
1) 160 associazioni hanno scritto INSIEME, facendo pesare quel “tutte le piccole associazioni lamentano che” davvero;
2) c’è stata una grandissima e celere collaborazione in tantissimi e diversi uffici di Palazzo Marino, oltre a Polizia Locale;
A quanto pare, l’unione fa la forza è sempre valido come detto. Che non sia venuto il momento di istituzionalizzare la rete delle PMA? Piccole e medie associazioni?
Nel frattempo Milano fiorisce di eventi culturali, musicali, sportivi e aggregativi. No, non solo quelli enormi e di portata internazionale. Ma di altrettanto importanti momenti di magia nei nostri cortili e nelle nostre piazze. Provate a guardare e, se non ne vedete abbastanza, provate a organizzarne una di PIDS (Piccola Iniziativa Diffusa a carattere Socioculturale). Ora lo possono davvero fare tutti.
E tutto questo si applica anche ai cortili della case popolari!!!
di Francesco Sforza