Tra complotti veri e fasulli, guerre vere e guerre commerciali, questa fine d’anno propone scenari che avremmo giudicato incredibili solo dodici mesi fa. La notizia del giorno è lo sventato colpo di stato in Germania, qualcosa che nella memoria degli storici richiama la Repubblica di Weimar e la sua fine, nel 1933, con le elezioni politiche che segnarono l’avvento del nazismo. Le notizie provenienti da Berlino ci parlano di ventimila adepti di una vera e propria setta di estrema destra, con qualche esponente collegato al partito neonazista AfD, che insieme a un nucleo combattente di militari delle forze speciali della Bundeswehr, l’esercito tedesco, aveva progettato e stava per realizzare un assalto al Parlamento, e una vera e propria presa del potere con l’occupazione dei principali centri di comunicazione e del governo. Il tutto ispirato da un principe di Turingia, nostalgico non tanto del nazismo quanto del Reich imperiale morto nel 1918. L’idea di voler restaurare addirittura la monarchia nascerebbe dal ritenere illegittimi sia il nazismo (Hitler era sostenuto da fondi americani) sia l’attuale repubblica federale, imposta anche questa volta dagli americani.
Un colpo di stato è qualcosa che non siamo più abituati a considerare possibile nella nostra Europa, figuriamoci in un Paese fondatore dell’Unione europea, prima potenza economica del continente, e membro del G7. Ma se è per questo, chi avrebbe mai considerato possibile, solo un anno fa, una guerra di aggressione in Europa? Eppure una guerra vera, iniziata con un’invasione di carri armati e bombardamenti a tappeto, come nel 1939, è in atto da febbraio, e non si vedono all’orizzonte segnali né di una tregua né meno che mai di una possibile pace.
Quello che è più grave, nel consolidarsi di una destra mondiale nazionalista e regressiva, è lo sdoganamento della visione complottista trumpiana (e perfino dei suprematisti bianchi di QAnon, peraltro collegati alla rete dei golpisti tedeschi di cui sopra), secondo la quale la globalizzazione sarebbe voluta e controllata da una élite mondiale di “plutocrati” alla Soros, quindi da poteri occulti che mirano ad asservire il popolo tramite la tecnologia della sorveglianza, la “dittatura sanitaria” dei vaccini, e balle simili (es. le famose “scie chimiche”).
Esagerato? Anche in Italia sono apparsi libri che sotto una veste “liberale” denunciano i poteri forti transnazionali che tramano per sottomettere i popoli e distruggere i “legittimi” sentimenti nazionali. E le trasmissioni tv ci vanno dietro, per amore dell’audience, alla ricerca di qualcosa di sempre più estremo. Forse pensano di fare un buon servizio nel presentare saggi eterodossi, con minimo contraddittorio, senza rendersi conto di cosa mettono sullo stesso piano di un normale saggio storico. Come per i vaccini: oggi si ritiene normale dibattere sui pro e contro dei vaccini, quando vent’anni fa nessuno avrebbe messo in discussione che fossero indispensabili. O per l’antifascismo. Venti anni fa si è iniziato a mettere in discussione che fosse un fondamento della nostra repubblica. Oggi si è pronti ad accettare che il 25 aprile sia un giorno come un altro, magari la celebrazione delle vittime del Coronavirus… Infine, abbiamo accettato di vedere giorno per giorno la UE perdere potere e credibilità nel mondo, svillaneggiata dai rinascenti Imperi (USA, Cina, Russia e Turchia), ricondotta alla somma di 27 governi sempre più nazionalisti e divisi. Stiamo cioè accettando come una cosa normale la tendenza alla delegittimazione degli organismi di regolazione sovranazionale (dall’ONU alla UE) che parte dalla destra mondiale.
E oggi? Abbiamo votato, noi italiani, e accettato, un governo di estrema destra alla guida di uno dei Paesi fondatori della UE. Come si sta comportando? Qual è il suo ruolo nel mondo, nel quadro dei nazionalismi crescenti che abbiamo delineato?
Vediamo come ragiona, forse, il nostro governo. La UE è in piena decadenza: in tempi di crisi prevalgono gli interessi nazionali, l’asse franco-tedesco fa acqua da tutte le parti, non si riesce a sanzionare né la Polonia né l’Ungheria per violazione dello Stato di diritto. L’unico motivo per cui ci conviene assecondare la continuità con Draghi è che la UE tiene le chiavi dell’euro, e quindi dei “mercati”. Non si può strappare, pena il rischio di un’impennata dello spread e del downgrading dei titoli di Stato italiani a “spazzatura”. Non si può, per ora, fare la faccia feroce come aveva tentato il governo giallo-verde nel 2018.
Si può, invece, stringere i rapporti con gli americani, fare dell’Italia un’altra Polonia, il fiore all’occhiello della presenza USA in Europa, un alleato sicuro e disponibile a tutto pur di accontentare l’indispensabile padrone. La UE non potrà mai garantire la sicurezza italiana, quindi l’unica è legarsi mani e piedi agli americani. E se arriva Trump (o DeSantis)? Si vedrà. Ma con i trumpiani quello che conta è essere alleati degli americani, più che far parte di una UE che ritengono un nemico economico, e, comunque, finita. Perciò, niente paura. La linea è questa: abbracciare in tutto le volontà americane, far finta in Europa di essere leali in attesa del crollo. Se poi questo si può accelerare, con una spintarella sui migranti qua e un accordo bilaterale sull’energia là, meglio ancora. Si può cambiare tutto questo, e continuare a sognare una Europa unita? Sì, se l’economia migliora, la guerra finisce, e le sinistre (o almeno i centro-sinistra) ritornano al potere. Se una sola di queste condizioni non viene soddisfatta, tutti noi sogneremo l’Europa unita dall’aldilà.
di Raffaele Raja