Ucraina, Iran, Cina: quando la cittadinanza non ha più paura, a un certo punto, crollano anche le autarchie e le dittature. “Al buio, ma liberi – scrive Olga Tokariuk il 30 novembre su Linkiesta-. I russi pensano di poter bombardare gli ucraini fino alla resa, ma si sbagliano ancora una volta”.
Dall’inizio della guerra in Ucraina, la Russia ha lanciato un vasto arsenale missilistico, eppure, la cittadinanza ucraina non si arrende e non si arrenderà.
Ci interessa parlare di industria e politica, quindi citiamo Anthony Blinken che, al vertice Nato di Bucarest ha dichiarato che, per affrontare l’inverno in Ucraina, servono carburante, trasformatori e generatori. Lo ha detto anche Olga Tokiaruk nel suo intervento a Linkiesta Festival “L’alternativa al bipopulismo” del 26 novembre al Teatro Parenti. Come collaborare?
In occasione dei mondiali di calcio in Qatar, nelle strade iraniane si festeggia la sconfitta della nazionale da parte degli Stati Uniti. I giocatori della squadra iraniana non hanno potuto protestare contro il regime perché il governo ha minacciato le loro famiglie. Ma la cittadinanza iraniana ormai non si annulla, perché ha smesso di avere paura, come ha dichiarato la scrittrice Azar Nafisi.
In Cina, molti segnali indicano che il regime non tiene: da qui la portata delle manifestazioni in molte città del paese. Con la linea zero-Covid, la disoccupazione cresce a dismisura e decine di milioni di laureati sono senza lavoro.
Il vento ucraino della cittadinanza planetaria ha raggiunto l’Iran, la Cina, i regimi totalitari e le democrature. E’ una novità assoluta, che ha sconvolto ogni scenario consolidato. Il fronte che mirava a indebolire l’Occidente si è frantumato e l’Occidente è tutt’altro che indebolito.
di Francesco Rao