Con Lucia Caridi parliamo delle prossime regionali
Eccoci con Lucia Caridi, davanti ad un fumante caffè, a fare due chiacchiere sulla prossima campagna elettorale. Responsabile Risorse Umane ed attualmente coordinatrice di Italia Viva in provincia di Milano, sei impegnata in prima persona come candidata. Cosa si prova a mettersi in gioco?
Dopo tre anni di coordinamento del territorio, insieme all’amico Gianluca Pomo, questa è stata la naturale evoluzione del mio percorso politico, l’occasione per mettere a frutto l’esperienza acquisita e la rete di rapporti costruita. Vivo questa candidatura nell’unico modo in cui penso si possa vivere la politica, con tanta onestà intellettuale e senza risparmiare le energie. In fondo, se questa candidatura deve essere la vetrina di quello che potrò essere come politica, è giusto che si capisca che tipo di idee e che tipo di cambiamento posso portare. Una delle sfide che accetto ogni giorno è far capire ai miei interlocutori cosa mi rende una candidata diversa e come davvero io viva in prima persona i principi di cui poi parlo: conosco la provincia in tutti i suoi aspetti, nelle sue eccellenze e nelle sue fragilità e mi propongo di rappresentare la voce della nostra area metropolitana nel consiglio regionale, guidata dall’impronta liberaldemocratica, popolare e riformista dell’agire politico del Terzo Polo.
Sarà una bella battaglia, immagino. Peraltro, è un bel segnale la tua candidatura: interrompe un po’ la serie di candidati buoni per tutte le stagioni.
Quello che mi fa più piacere e anzi mi rende orgogliosa è che la mia candidatura non è frutto di un posizionamento solitario e non percorre la strada di cercare voti contando su un volto già noto. Mi piace raccontare la mia come una candidatura “corale”, frutto di un lungo lavoro fatto sul territorio, fianco a fianco con Gianluca Pomo e il nostro coordinamento provinciale, battendo i mercati e le piazze, interloquendo con le amministrazioni locali. Sono stata candidata perché è stato riconosciuto al nostro coordinamento da un lato impegno e passione e dall’altro i risultati ottenuti da Italia Viva e dal Terzo Polo a livello provinciale nelle elezioni amministrative e nelle ultime elezioni politiche.
Cosa pensi di dare come contributo alla nostra Regione, una volta eletta consigliera? (Noto scongiuri vari da parte di Lucia ah ah ah)
Intanto sono un volto nuovo. E visto che è evidente che per molti elettori l’idea di portare persone nuove nel mondo politico è quasi un imperativo categorico, al netto di tutto quello che si può pensare, io rappresento una novità. Dopodiché se tutto si limitasse a questo sarebbero solo slogan, poi bisogna parlare anche di fatti concreti.
Vediamoli allora questi fatti concreti, dimmene qualcuno
Se c’è un tasto dolente per la Lombardia, quello riguarda la sanità. La pandemia ha evidenziato in modo drammatico questa lacuna nel nostro sistema sanitario lombardo, che vanta grandi eccellenze ospedaliere e specialistiche ma ha mostrato gravi carenze nella gestione della medicina di territorio. È evidente che qualcosa vada cambiato ed è evidente che non possa farlo chi è costretto dal ruolo a dire di aver gestito bene in passato. Se l’attuale amministrazione dicesse “bisogna cambiare” starebbe ammettendo delle inefficienze non affrontate nella scorsa legislatura. Anzi, direi di più, Letizia Moratti ci aveva provato nella breve esperienza di Vicepresidente della Regione ed Assessore alla Sanità ma sappiamo come è finita! La sanità deve tornare sul territorio, lo abbiamo capito ahimè tutti in maniera evidente. Puntiamo sulla messa a regime della legge regionale n. 22/2021 che permetterà l’attivazione di 216 Case di Comunità. Sono posti dove possono operare medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e infermieri, con la previsione di almeno uno psicologo delle cure primarie, promuovendo in maniera efficace il benessere fisico e psicologico dei cittadini.
(Faccio fatica a interromperla) Sulla sanità sei un fiume in piena
Non possiamo aspettare. La Lombardia è sempre stata citata come un’eccellenza e deve tornare a esserlo. Scusami ma brevemente ti accenno ad altre due cose “concrete”: l’incremento del numero di borse di studio per il corso di formazione in medicina generale e un nuovo sistema di accreditamento per incrementare la qualità dell’integrazione pubblico/privato.
Sei anche una donna candidata, qualcosa di concreto al femminile?
Ci tengo a precisare che penso che le idee siano o buone o non-buone indipendentemente da chi le pronuncia. Il genere non c’entra. Voglio essere ascoltata o valutata per la qualità e l’incisività di quello che dico. Tornando al concreto, penso che ad esempio vada rafforzata la Rete dei Centri Antiviolenza. Va abolita la necessità di dichiarare il CF delle donne accolte nei centri antiviolenza al fine della ricezione dei contributi regionali e sarebbe invece doveroso il sostegno delle spese processuali per le donne vittime di violenza.
Grazie per questa chiacchierata, Lucia, ed in bocca al lupo!!
di Edoardo Cagli