Azione e Italia Viva sono ancora due entità politiche distinte

Con Lucia Caridi, candidata con la lista Calenda alle elezioni Regionali in Lombardia, proviamo a fare un bilancio di questa esperienza. Partiamo da un dato “inquietante”: secondo te perché circa il 60% degli elettori ha preferito non partecipare al voto?

L’astensionismo è sicuramente il dato più evidente ed eclatante di queste elezioni. Gli astensionisti sono, di gran lunga, il primo partito.

I cittadini lombardi si sono dimostrati disinteressati o, peggio, sfiduciati, nei confronti delle proposte di governo della loro stessa regione. Le cause possono essere molteplici: la vicinanza delle elezioni amministrative regionali con le elezioni politiche, la scarsissima comunicazione sui media riguardo questa tornata elettorale, la coincidenza tra la chiusura delle scuole e la stagione sciistica. Però una classe politica responsabile non può prescindere dal guardarsi allo specchio e farsi una serie di domande, sulla propria credibilità e sulla serietà delle proposte fatte. Bisogna aprire un dibattito ampio all’interno dei partiti e delle coalizioni, perché si torni ad essere interlocutori validi agli occhi dei cittadini.

Sei alla tua prima campagna elettorale: come valuti il tuo risultato personale?

Sono estremamente soddisfatta del mio risultato. Senza “grandi sponsor” politici alle spalle, senza aver mai ricoperto incarichi pubblici, ho ottenuto un risultato veramente straordinario. Più di mille persone hanno scritto il mio nome sulla scheda. Ne sono onorata e felice. Un buon debutto!

Fare politica senza misurarsi con il voto per me sarebbe stato indice di scarsa credibilità. Volevo dimostrare di avere il coraggio di giocare in prima linea, di metterci la faccia, di misurarmi con il consenso e con la ricchezza e le difficoltà di una campagna elettorale. Io sono cresciuta politicamente moltissimo, in questo mese.

 Pensi che ci sia stata sinergia fra le due “anime” della lista Calenda (Azione ed Italia Viva)? Ed all’interno di ciascuna componente?

Questa è stata innegabilmente una criticità. Siamo partiti federati ma, per il momento, Azione e Italia Viva sono ancora due entità politiche diverse. Abbiamo camminato nella stessa direzione, abbiamo condiviso programma e momenti di presentazione comune ma, inevitabilmente, ogni partito ha sostenuto i propri candidati e si è rivolto, in modo privilegiato, ai propri iscritti e simpatizzanti. Questo dualismo va sicuramente superato nel prossimo futuro, se vogliamo agire ed essere percepiti come un’entità politica unica.

Il meccanismo delle preferenze crea inevitabilmente competizione interna alle liste. Quando è sana e leale, seppur dura, va bene e fa parte delle regole del “gioco”, il problema nasce se si sfocia nella prepotenza e nell’arroganza, nell’attacco ad personam. È una questione di stile. La forma, in molti casi, è anche sostanza.

Secondo te come si può spiegare il fatto che in settembre del 2022, alle elezioni Politiche, questa lista ha conseguito 513.620 voti e pochi mesi dopo, a febbraio del 2023, alle elezioni Regionali, abbia ottenuto “solo” 122.356 voti?

Ti posso dare due risposte: una più politica e una più aperta.

Politicamente ti dico che il nostro è un partito ancora piccolo, che si sta radicando in questi anni sul territorio. Non abbiamo ancora una base elettorale consolidata e raccogliamo molto voto d’opinione. Ogni elezione in cui siano presenti liste civiche, per noi vuol dire veder drenato parte del consenso (gestendo i comuni della provincia è un meccanismo che abbiamo già visto nelle elezioni amministrative). Anche il sistema elettorale delle regionali, puramente maggioritario, si addice di più alle coalizioni guidate dai grandi partiti di massa, che ad un piccolo partito in formazione. Detto questo, era importante esserci e avere un progetto “terzo”. Difendo la scelta fatta.

Entrando più nello specifico, qualche domanda è giusto porsela: Il candidato che abbiamo sostenuto era quello giusto? Siamo riusciti a trasmettere in modo chiaro agli elettori il motivo della nostra scelta? Il fatto di aver presentato un progetto del Terzo Polo con una lista con due componenti ancora ben distinte al suo interno, è stata capita come scelta dal nostro elettorato? Aver incentrato la campagna elettorale sul tema delle preferenze personali e aver fatto molto poco come lista, è stata la scelta giusta?

Queste sono le domande che ci stiamo e mi sto ponendo.

Dal tuo punto di vista quali sono stati alla fine i criteri che hanno portato gli elettori, quelli che hanno votato, a scegliere il candidato Presidente?

Penso che sia stato un voto molto politico. Di fatto è stata la conferma del voto dato alle elezioni politiche di settembre. Non credo che gli elettori abbiano attivamente scelto Fontana, hanno piuttosto confermato un voto di grande fiducia verso il centro destra. La luna di miele con il governo non è ancora conclusa!

Pensi che “il costituendo Partito Liberaldemocratico e Riformista” alla fine si farà o il risultato di queste regionali (ma anche di quelle del Lazio) ne segna la fine?

Penso che dopo questo risultato abbiamo un’unica via da percorrere: la creazione nel più breve tempo possibile di un partito unico di centro, riformista, liberale, popolare. I nostri elettori chiedono e meritano chiarezza e progettualità.

Dobbiamo avviare un percorso costituente che coinvolga i territori, i nostri iscritti e simpatizzanti, le associazioni e tutti coloro che avranno voglia di condividere con noi il progetto di fondare una casa comune centrista.

Grazie Lucia e buon lavoro!!!

di Edoardo Cagli

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