L’elettore sente di non incidere e la causa è la debolezza dei partiti e il leaderismo

Con Carmine Pacente, candidato con la lista Calenda alle elezioni Regionali in Lombardia, proviamo a fare un bilancio di questa esperienza. Partiamo da un dato “inquietante”: secondo te perché circa il 60% degli elettori ha preferito non partecipare al voto?

È un tema molto spinoso. La debolezza delle assemblee rappresentative, a tutti i livelli di governo nessuno escluso, non aiuta. C’è una sensazione diffusa di non riuscire realmente a incidere nelle decisioni che sembrano spesso di competenza esclusiva degli esecutivi (giunta o governo) o – a essere più precisi – di pezzi di esecutivi, in genere quelli più vicini al leader: sia esso un presidente o un sindaco. La debolezza dei partiti e il “leaderismo” sempre più spinto producono da tempo questa deriva, che per alcuni è positiva per altri meno. Se un cittadino o un giovane pensa che il proprio voto per chi deve rappresentarlo nelle assemblee elettive sia inutile o pensa che il proprio impegno diretto sia inutile, investe il tempo in altre faccende. L’astensione per queste regionali, in particolare, è ancora aumentata forse anche per il periodo infelice in cui si sono tenute. Molti cittadini si sono accorti delle elezioni una settimana prima del voto altri forse ancora non lo sanno. Infine, la grande vittoria del centro destra era ampiamente scontata come tutti i sondaggi continuavano a confermare da mesi.

Non sei alla tua prima campagna elettorale (sei stato eletto due volte al Consiglio comunale di Milano, e sei consigliere in carica) ma sei alla tua prima volta con la lista Calenda: come valuti il tuo risultato personale?

Il mio risultato personale è in linea con le mie aspettative e lo giudico molto soddisfacente. Ho un consenso slegato dai partiti ma molto personale come hanno dimostrato tutte le campagna elettorali che ho fatto in questi anni. Ho raccolto 2150 preferenze valide in un mese di campagna in una nuova formazione politica. Molti che non mi conoscono pronosticavano il crollo delle mie preferenze dopo aver lasciato il PD. Invece le ho aumentate. Se il terzo polo non fosse crollato probabilmente sarei stato anche eletto.

Pensi che ci sia stata sinergia fra le due “anime” della lista (Azione ed Italia Viva)?

Non mi è sembrato ci sia stata sinergia tra i due partiti. Ma non mi stupisco. In effetti sono ancora due partiti naturalmente in competizione.

Secondo te come si può spiegare il fatto che in settembre del 2022, alle elezioni Politiche, questa lista ha conseguito 513.620 voti e pochi mesi dopo, a febbraio del 2023, alle elezioni Regionali, abbia ottenuto “solo” 122.356 voti?

La tenuta molto forte del centro destra da un lato e tutto sommato anche del PD dall’altro hanno ridotto la capacità attrattiva del Terzo Polo. Inoltre, alle elezioni politiche c’è stato un forte voto di opinione sulla figura di Carlo Calenda che ha trainato la lista in un momento di grande difficoltà del Pd e anche di Forza Italia.

Pensi che “il costituendo Partito Liberaldemocratico e Riformista” alla fine si farà o il risultato di queste regionali (ma anche di quelle del Lazio) ne segna la fine?

Non so quali decisioni prevarranno nelle leadership dei due partiti. Non farlo vorrebbe dire indebolire ulteriormente questo percorso e questo processo politico. Che in ogni caso non avrà vita facile anche per le variabili esogene alle quali accennavo in precedenza.

Grazie Carmine, è sempre un piacere chiacchierare con te: buon lavoro!!!

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