“Dio nell’incerto” (Leg edizioni) è il titolo del libro dello statistico Roberto Volpi che, scrive il cardinal Ruini sul quotidiano Il Foglio di lunedì 21 febbraio 2022, «ho letto con grande attenzione e piacere». Prima, durante o dopo la lettura consigliata da Ruini ne proponiamo un’altra che pare davvero pertinente.
«Essere agnostico non significa non poter pregare. In sé, pregare un Dio della cui esistenza si dubita non è più irragionevole che gridare aiuto in caso d’emergenza senza sapere se vi sia qualcuno che possa sentire…».
Dio chissà, ma sono un esercito le persone che negli anni hanno ascoltato, meditato e studiato Sir Antony Kenny, filosofo e teologo, presidente della British Academy e vicedirettore dell’Università di Oxford, nato a Liverpool nel 1931.
Nel 2016 pubblica da Carrocci Un affettuoso addio alla Chiesa, un’autobiografia (142 pagine per € 12,00) scritta appositamente per i lettori italiani.
Ex prete, Sir Antony è un agnostico dal pensiero limpido: «Penso che coloro che affermano di sapere che Dio esiste si sbaglino; altrettanto, a mio modo di vedere, si sbagliano coloro che affermano di sapere che Dio non esiste. Io adotto l’atteggiamento più cauto dell’agnosticismo, la posizione di chi non sa se Dio esista oppure no. Un’affermazione di conoscenza ha bisogno di essere verificata; l’ignoranza ha solo bisogno di essere ammessa».
Chi, favorevole o contrario, si misura con Tony Kenny, non potrà che migliorarsi, come il tennista più debole solitamente dà il meglio di sé quando oltre la rete trova un avversario più forte.
E se in questa partita più debole fosse il lettore (nonostante così forte come i nostri lettori), si migliorerà e si divertirà. Ecco qualche dritto-e-rovescio.
Sul diventare prete: «Mia madre, rimasta sola a Liverpool, raccontò a un’amica che si consolava pensando che non le sarei mai stato portato via da un’altra donna, già che mi avviavo a diventare sacerdote».
Sugli studi: «Ottenni una summa cum laude. Gli esaminatori si congratularono con me “per essere riuscito a entrare nella mente dei miei filosofi senza assimilare i loro errori”».
Sul tornare laico: «Con mia grande sorpresa, dal momento stesso in cui mi sbarazzai del collarino ecclesiastico, la mia vita è stata un crescendo di felicità».
Su papa Francesco: «Non stupisce che l’ala più tradizionalista della Chiesa abbia reagito con rabbia alla Amoris Laetitia: è in gran parte un elogio dell’amore coniugale (con uso sapiente di citazioni scritturali dal Vecchio e Nuovo Testamento)».
E proprio come scriveva nel 1970 il cardinale arcivescovo di Westminster Heenan allo zio di Antony Kenny, Alec: «Il sentiero tracciato da Tony è ormai diventato una strada maestra».
Nient’altro da aggiungere su chi, in The Five Way (Le cinque vie), uno dei suoi primi libri pubblicati, aveva dimostrato che nessuna – ripetiamo: nessuna – delle celebri prove dell’esistenza di Dio proposte da San Tommaso era valida.
Agnostici o no, lettori forti o deboli, questa così breve, alta e pacata autobiografia è particolarmente indicata per tutti.
Roberto Parisi